Un cambiamento d'epoca: l'incontro storico di Suor Jeannine Gramick con Papa Francesco - e uno sguardo indietro agli abusi omofobi del Vaticano dell'allora Cardinal Ratzinger (Benedetto XVI)



Dopo un'udienza di quasi un'ora il 17 ottobre 2023 con Papa Francesco, Suor Jeannine Gramick, pioniera della pastorale per i membri LGBTQ della Chiesa cattolica e cofondatrice del New Ways Ministry insieme al defunto Padre Nugent, ha dichiarato che Papa Francesco "ha un calore e una voglia di abbracciare tutti, non solo le persone LGBT ma anche coloro che sono stati evitati dalla società e dalla Chiesa". Suor Jeannine crede fermamente che questo drammatico cambiamento nella Chiesa cattolica sia opera dello Spirito Santo.  Un'intervista al National Catholic Reporter fornisce ulteriori dettagli:

https://www.ncronline.org/vatican/vatican-news/pope-francis-meets-leaders-lgbtq-rainbow-catholics-coalition

Ma non dobbiamo dimenticare l'abuso che la chiesa cattolica ha imposto non solo sulle sue membra LGBTQ i loro pastori, ma anche, con la sua influenza nel passato sulla destra fascista per la perdita del quale tradizionalisti nella chiesa oggi ancora si torcono le mani e attacano Papa Francesco.  Sotto, c'e lA traduzione in italiano di un articolo che ho scritto su Sister Jeannine Gramick 1999 che e stato pubblicato sul giornale cattolico The Tablet e poi ristampato su the Irish Times.  Non ci sono scuse per il comportamento crudele ed abusivo della chiesa cattolica verso la comunita LGBTQ nel passato.  Come dice Disney al'inizio dei suoi del passato che mostrano a tutudini razzisti, per esempio: 'ERa sbaglato allora, e sbagliato ora.'

Articolo di Gordon Urquhart pubblicato nel Irish Times 3 August 1999

La sentenza del Vaticano contro i pionieri della pastorale gay potrebbe avere conseguenze tragiche

[originalmente pubblicato dal giornale cattolico The Tablet col titolo Schiacciando i Pastori* 24 July 1999]

La pubblicazione della sentenza della Congregazione per la Dottrina della Fede contro padre Robert Nugent e suor Jeannine Gramick

Mar 3 agosto 1999 - 01:00

La pubblicazione della sentenza della Congregazione per la Dottrina della Fede [Ndr allora sotto il controllo di Cardinale Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI] contro padre Robert Nugent e suor Jeannine Gramick è un tragico colpo per due pionieri della pastorale gay. L'intenzione e porre fine in modo permanente al lavoro di una vita.

Ma l'azione della Congregazione ha un sottotesto preoccupante che potrebbe portare a conseguenze tragiche su scala molto più ampia. Padre Nugent e suor Gramick erano tra le figure più importanti di un movimento diffuso a livello di chiese locali per raggiungere gay e lesbiche, probabilmente i membri più emarginati della comunità cattolica.

Sforzi notevoli in questa direzione sono stati compiuti anche da diverse conferenze episcopali. Nel 1997, ad esempio, i vescovi statunitensi hanno prodotto il documento storico Always Our Children, che intendevano essere una "mano tesa".

Data la delicatezza dei ponti che sono stati costruiti e il tormento subito da lesbiche e gay cattolici in passato, si sarebbe potuto pensare che le preoccupazioni principali della Congregazione fossero di natura pastorale. Affatto il caso.

Secondo padre Nugent, dopo che il giudizio della Congregazione era pubblicato, il presidente della Congregazione [ndr Ratzinger] aveva insistito ché firmasse una dichiarazione che condannava gli atti omosessuali come "intrinsecamente malvagi" piuttosto che l'alternativa "oggettivamente immorale", più sensibile dal punto di vista pastorale, che Nugent aveva proposto.

La terminologia di padre Nugent, sosteneva la congregazione, avrebbe "oscurato" il significato del testo e quindi non poteva essere usata nemmeno per motivi pastorali. La durezza delle sentenze e la natura molto pubblica del loro annuncio aggravano l'impressione di insensibilità pastorale. Due figure, viste come il volto compassionevole della Chiesa  verso la comunità gay, sono state perentoriamente messe a tacere.

Se la Congregazione pensa che le sue tattiche sono calcolate per ristabilire la verità e l'ordine nei ranghi, i suoi funzionari non sono in contatto con la mentalità dei giovani cattolici cresciuti nel periodo post-conciliare.

Per alcuni anni, alla fine degli anni Ottanta, sono stato membro di Quest, il gruppo britannico di sostegno per i cattolici gay. In quel periodo mi sono reso conto che si era verificato un cambiamento di mentalità nei confronti dell'autorità ecclesiastica.

Mentre la mia generazione aveva interiorizzato gli insegnamenti estremamente negativi sull'omosessualità, subendo di conseguenza parossismi di colpa, i cattolici più giovani accettavano la loro omosessualità come naturale. Quello che cercavano, e cercano, dalla Chiesa è un segno di accettazione. Tra questa generazione, le dimostrazioni di autorità con mano pesante hanno molte più probabilità di causare defezioni che di ripristinare la disciplina.

Ma, oltre a vanificare gli sforzi di costruzione di ponti all'interno della Chiesa, questa vicenda ha un significato più ampio. Ricordo un'occasione in cui ero il respoinsabile lo stand di Quest alla fiera annuale del Gay Pride a Londra.

Uno striscione che dichiarava la nostra identità di "organizzazione per i cattolici gay" provocò le risate dei passanti. Per loro i termini "gay" e "cattolico" erano incompatibili.

Oggi la Chiesa cattolica rischia di essere vista dalla comunità gay come un leader mondiale dell'omofobia. In effetti, in un momento in cui gli omosessuali sono ancora provati da crimini d'odio come il massacro di Soho e l'omicidio di Matthew Shepherd negli Stati Uniti, questo annuncio e la sua feroce terminologia si prestano a essere sfruttati dalla destra fascista. 

Come si concilia questa immagine di stridente condanna con il mandato della Chiesa di presentare all'umanità il volto compassionevole di Cristo?

In altri ambienti cattolici, tuttavia, la reazione alla notifica della congregazione è stata gioiosa. Per l'organizzazione americana Human Life International, la sensibilità pastorale non era un problema. In un comunicato stampa ha dichiarato che l'azione è stata "accolta a braccia aperte dai cattolici fedeli al magistero della Chiesa".

L'indagine della Congregazione è stata, almeno in parte, secondo le parole del suo annuncio ufficiale, una risposta a "numerose lamentele e richieste urgenti" da parte di gruppi come Human Life International. Essa e organizzazioni simili, come l'Opus Dei, esercitano una crescente influenza nei dicasteri vaticani che si occupano di etica sessuale.

Il resoconto di padre Nugent sui 20 anni di indagini a cui è stato sottoposto il suo lavoro rivela un inquietante cambiamento nelle richieste dei suoi inquisitori. Inizialmente, le preoccupazioni di Roma erano in un certo senso pastorali, in quanto si concentravano sulle dichiarazioni pubbliche di padre Nugent.

Egli ha detto, tuttavia, che una volta che la commissione d'inchiesta ha accertato che non c'erano errori importanti in quest'area, "l'oggetto principale dell'esercizio" è diventato "un tentativo, attraverso una professione di fede realizzata in modo unico, di suscitare la mia adesione interna" a un insegnamento morale ufficiale che non è un articolo fondamentale della fede. In altre parole, l'oggetto dell'esercizio è diventato puramente inquisitorio.

Sarebbe davvero tragico per le lesbiche e i gay cattolici e per tutti coloro, tra cui molti vescovi, che hanno lavorato negli anni affinché gli omosessuali fossero accettati con rispetto, compassione e sensibilità (per citare il Catechismo della Chiesa Cattolica) se quest'ultima azione vaticana dovesse significare un allontanamento dal nuovo approccio pastorale per tornare a uno duro e giudicante.

*https://papyrus.exacteditions.com/magazines/1288/search?public=0&pt=a&ts=&from=&to=&stack=&q=Gordon+Urquhart+Gramick

Gordon Urquhart è l'autore di The Pope's Armada e ha appena completato un nuovo libro, The World and the Flesh

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